CORTE SCONTA
Da un racconto di Marco Proietto
Il locale, nato il primo di marzo del 1980, è stato fondato da due amici, Claudio Proietto e Gianpiero Tegon, che, insoddisfatti dei rispettivi lavori – Claudio lavorava al Comune a Venezia, mentre Gianpiero lavorava come primo portiere all’Hotel Savoia Jolanda – decisero di aprire la Corte Sconta (in omaggio a Corto Maltese) insieme alle loro mogli, Rita e Lena.
Venezia negli anni ‘80 era un luogo molto diverso da quello che viviamo ora, più residenziale, popolare e di quartire. Perciò all’inizio la Corte Sconta era una semplice osteria – un luogo dove la gente veniva a giocare a carte e a bere qualche ombra con qualche cicchetto.
Poi, negli anni ’90, a Venezia inizia ad arrivare il turismo “vero”, con numeri importanti. Questi sono gli anni in cui il socio Gianpiero si stacca dal ristorante, e al team si unisce invece la zia Lucia (Zambon), che, dalla Reception del Gritti, decide di prendere le redini del ristorante e di iniziare ad ampliare la carta dei vini. Questi erano anche gli anni del primo Vinitaly, delle guide del Gambero Rosso – stava iniziando a svilupparsi un giro di persone molto attente all’enogastronomia. E la Corte Sconta voleva stare al passo. Con il passare del tempo, il ristorante evolve sempre di più, iniziando ad offrire antipasti, primi, secondi. Cercavamo di fare tutto da noi, inclusa la pasta fatta in casa.
Nel 2002 arriva Eugenio Oro, il nostro primo vero chef, che inizia a preparare in casa anche i dolci e il pane col lievito madre. Gli anni passano, Venezia cambia, mia madre e mia zia Lucia iniziano ad accusare un po’ di stanchezza. Io, nel frattempo, ero all’estero. Nel 2019, mi chiamano dicendo che c’era bisogno di aiuto col locale. Decido di tornare e di prendere in mano la società.
Non avevo mai gestito un ristorante prima di allora: alla Corte Sconta avevo lavorato come cameriere, da ragazzo. In più, tra acqua alta e pandemia, non era un periodo semplice. Ma posso dire che quello che volevo – creare una situazione più contemporanea e rinnovata – è stato fatto.
Oggi lavoriamo principalmente con il pesce, soprattutto frutti di mare e crostacei, cercando di acquistare tutto solo pescato. Abbiamo due fornitori, tra cui uno al mercato di Chioggia e uno al mercato di Rialto. Cerchiamo di lavorare con materie prime fresche e di qualità, pesci interi come lo spada e il tonno, che lavoriamo noi, li prendiamo dalla Sicilia e dalla Croazia. Evitiamo i prodotti sfruttati e depauperati.
Vogliamo far capire ai nostri clienti la storia e la tradizione di Venezia attraverso le nostre ricette, cercando di coinvolgerli anche riguardo alle problematiche della città, oltre che alla provenienza delle materie prime e a tutte le tematiche legate a questo – dalla barene che stanno scomparendo alla tropicalizzazione di certe aree vicine a noi. Vogliamo che passi il messaggio della qualità, della selezione, del fatto che un’offerta ridotta non è una nota negativa, o che i prezzi più alti del fast food non significano che sia una fregatura.
E vedo la Buona Accoglienza come un luogo di unione e di collaborazione tra i ristoratori e i clienti dove si crea una visione comune per il futuro di Venezia. Un luogo dove si discutono di temi importanti di tipo politico, ambientale, sociale. Un’associazione che faccia cultura ed educazione – che sia un piccolo baluardo di una grande rivoluzione e che intercetti una sensibilità comune non solo ai ristoratori come noi, ma anche alla città, e per estensione al mondo che la ama e la apprezza davvero.